Relazioni nell’era dei Social. Il fenomeno del Ghosting e dell’Orbiting

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di Alice Arcangeli

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È ormai abbastanza evidente che i Social Network, per quanto ci piaccia vederli come meri strumenti per farsi gli affari degli altri, abbiano un impatto notevole non solo nel panorama del business ma anche nella sociologia relazionale.
Se infatti in molti, forse i più adulti, non si domandano neanche per sbaglio quali implicazioni possano esistere dietro al “like” messo a una foto al mare, per molte, davvero molte persone, ogni singola mossa è frutto di un pensiero, spesso neanche troppo sottile. Proprio questo concetto sta alla base di alcuni studi moderni che si occupano di analizzare i comportamenti degli utenti cercandone una ragione condivisa e condivisibile che possa spiegare proprio quegli atteggiamenti che, anche solo istintivamente, ci fanno riflettere.
In quest’era, soprattutto per le generazioni dei Millennials e dei più giovani, il mondo intero ruota attorno a identità e relazioni che passano costantemente dall’online all’offline e viceversa.
In quest’era in cui non esiste più alcun concetto di privacy, la maggior parte delle volte per nostra stessa volontà, non ci sono più scuse del tipo: “Perdonami ma non ho avuto tempo di rispondere”, a maggior ragione se dopo dieci minuti hai il tempo di pubblicare una Storia su Instagram al bar con il tuo fantastico Spritz. Le bugie insomma hanno davvero le gambe corte all’epoca della doppia spunta blu e dell’ultimo accesso.
A questo punto, a meno che voi non siate il Presidente della Repubblica, dieci secondi di tempo per rispondere al messaggio di una persona che state frequentando dovreste averlo e se non lo fate è solo perché evidentemente non vi interessa. Ma se fino a pochi messaggi fa aveste risposto e improvvisamente smetteste, mandando totalmente in pappa il cervello di qualcuno che continua a fissare la doppia spunta grigia e il vostro ultimo accesso pochi secondi fa?
Ebbene, questo fenomeno prende il nome di “ghosting” e si sviluppa proprio all’interno del mondo dei Social, in cui una persona può diventare un vero e proprio fantasma senza dare spiegazioni. Insomma voi state uscendo con un tale e questo a un certo punto sparisce, non risponde più, magari non visualizza nemmeno, nonostante voi non abbiate fatto nulla di male… Insomma prima di pensare che gli sia successo qualcosa di grave, interrogatevi sul fatto che possa solo essere uno s*****o!
Ma non è finita, ultimamente si è sviluppata un’evoluzione del “ghosting” che forse vi farà venire l’orticaria. Già, perché l’“Orbiting” è più subdolo. Se sparire dalla vita di una persona è infatti una scelta, una presa di posizione consapevole, l’orbitargli attorno è un po’ come per i cani fare la pipì in giardino per marcare il territorio.
Questo fenomeno riguarda in particolare quelle persone che hanno deciso di interrompere i rapporti ma che continuano a gravitare tra i tuoi Social. Personalmente non tirerò in mezzo le Storie di Instagram perché ognuno di noi ha un motivo per guardarle e spesso non è quello che immaginiamo noi. Insomma, se uno ti guarda le Storie non vuol dire necessariamente che gliene importa di quello che fai, forse è solo ossessivo compulsivo e vuole visualizzarle tutte, un po’ per lo stesso principio di non avere notifiche sul telefono.
Beh in ogni caso se guardare una Storia non è necessariamente un atto degno di nota, mettere un “like” quando non rispondi nemmeno ai messaggi di quella persona, è abbastanza complesso da lasciar passare senza rifletterci un momento.
Per carità, in molti forse lo fanno senza pensarci e non si rendono conto nemmeno di chi era il contenuto, ma non sempre è così. Forse dietro a questo comportamento quindi c’è il bisogno di mantenere una possibilità aperta, una mancanza di responsabilità che ti fa dire: “E se poi ci ripenso?”. Un po’ di egoismo, un po’ di potere, un po’ di senso di supremazia…
Possono esserci tante spiegazioni e la maggior parte probabilmente ci urta il sistema nervoso perché magari preferiremmo che quella persona ci chiedesse come stiamo anziché farsi semplicemente gli affari nostri continuando a dimostrare una presenza assente nella nostra vita.
Per concludere, a ognuno il suo “orbiter” sperando che tra tutti sia quello che semplicemente non vuole perdervi ma non riesce a darvi quello che volete, perché comunque tra le opzioni è il male minore.

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